I petrolieri sono intervenuti in risposta alle accuse del ministro delle Infrastrutture di mettere in atto una speculazione sui carburanti.
Il ministro delle Infrastrutture italiano nonché leader Lega ha denunciato una “speculazione in corso” sul prezzo delle accise. Alla luce dei prezzi praticati dai furbetti sul carburante, sono scattati numerosi controlli. Lo hanno riferito anche alcune fonti del Mef, che hanno confermato l’invio del mandato alla Gdf per effettuare i dovuti controlli.
Il ministro delle Infrastrutture rincara la dose: “Evidentemente c’è qualcuno che fa il furbo”. E annuncia: “Sulle accise parleremo con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Sicuramente c’è della speculazione in corso sulla benzina, ed è bene che la Finanza faccia dei controlli”.
La risposta dei petrolieri italiani
In questa situazione, i petrolieri italiani hanno respinto l’accusa di “speculare sui prezzi dei carburanti”. Secondo i gestori delle pompe questa sarebbe un’accusa “senza fondamento, perché tra l’ultima settimana di dicembre e i primi giorni di gennaio il prezzo industriale dei carburanti, stante la sostanziale stabilità dei mercati internazionali, non è variato e la differenza che vediamo oggi è dovuta al solo aumento delle accise”. Sono queste le parole del presidente dell’Unem Claudio Spinaci, che ha spiegato durante un’intervista a “La Stampa” che il caro prezzi è dovuto all’elevata tassazione, e non alla speculazione.
E continua spiegando: “Al momento siamo a circa 18-19 centesimi in più rispetto a quelli di fine anno. Non vedo dove sarebbe la speculazione. In Germania il gasolio alla produzione costa oltre 15 cent in più, ma al consumo ne costa 3 in meno. E’ un diritto-dovere del governo esercitare gli opportuni controlli, ma i numeri non mentono anche se qualcuno oltre la media o che fa il furbo ci sarà anche. Quanto all’accusa di ‘cartello’, appare anacronistica visto il numero di operatori che è cresciuto a dismisura”.